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Bonifiche amianto

Produrlo e montarlo era un gioco da ragazzi.
È smontarlo e distruggerlo che è più complicato

Fino ai “Settanta” era considerato un materiale dalle mille virtù: elastico, resistente a tutto, ideale per tantissimi scopi.
Quello che in principio sembrava una fibra miracolosa è in realtà legato a un capitolo buio della storia industriale. 


Cos’è l’amianto

L’amianto, dal greco amiantos (incorruttibile), è detto anche asbesto, dal greco asbestos (inestinguibile).
È un insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. Questi materiali godono delle caratteristiche di incombustibilità, isolamento al calore, fonoassorbenza, flessibilità, inattaccabilità da parte degli acidi e filabilità: proprio grazie a queste proprietà in passato ha avuto largo uso e diffusione in moltissimi campi; La sua pericolosità però consiste nella potenziale cancerogenicità per l’apparato polmonare che si verifica quando, trovandosi in condizioni di friabilità, può disperdere le sue fibre nell’aria.

Matrice compatta e Matrice friabile

Si definisce a Matrice compatta l’amianto quando può essere sbriciolato o ridotto in polvere solamente con l’impiego di attrezzi meccanici manuali o funzionanti anche ad alta velocità (dischi abrasivi, frese, ecc.).
Quando invece le fibre possono essere libere o debolmente legate si parla di amianto in Matrice friabile; ossia quando questo può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale.

Pericolosità e rischi associati

L’amianto è nocivo per la salute dell’uomo per la sua capacità di rilasciare fibre inalabili. L’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi e irreversibili prevalentemente dell’apparato respiratorio; la pericolosità dell’amianto friabile è dovuta alla sua riduzione in polvere con la semplice azione manuale che, a causa della scarsa coesione interna, libera fibre spontaneamente (soprattutto se sottoposto a vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni d’acqua) o quando danneggiato nel corso di interventi di manutenzione.

L’esposizione alle fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). L’asbestosi è una grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata all’inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce all’insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie. Il carcinoma polmonare, che è il tumore maligno più frequente, si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato all’esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.

Dove è presente

In passato è stato utilizzato in modo massiccio per le sue proprietà e per la sua economicità. Tra gli innumerevoli prodotti contenenti amianto si ricordano, solo per citarne alcuni: coperture in fibro cemento (Eternit), lastre, nastri e guaine per la coibentazione di tubazioni, vasche, pavimenti in linoleum, cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, etc.; tessuti per il confezionamento di tute protettive antifuoco, coperte spegnifiamma, etc.; carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, etc.; pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di tubazioni; filtri costruiti con carta di amianto o semplicemente con polvere compressa utilizzati nell’industria chimica e alimentare. Dall’impasto con altri materiali si otteneva così l’amianto a spruzzo, utilizzato come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. Ma non solo: è stato impiegato anche nel settore dei trasporti, per la coibentazione di carrozze ferroviarie, navi, autobus, etc..


Come accertarne la presenza

L’accertamento può essere eseguito in primis in base all’aspetto del materiale e all’eventuale marchiatura, nel dubbio è raccomandata l’esperienza di un professionista incaricato a eseguire analisi specifiche. Questo, abilitato ai sensi dell’articolo 10 della Legge n. 257/92 e articolo 10 del D.P.R. 8/08/1994, è in possesso del titolo di abilitazione rilasciato da parte delle Regioni o Province autonome, attestante la partecipazione a un corso specifico.

Chi ha l’obbligo di comunicarne la presenza

Ai sensi dell’articolo 12 comma 5 della Legge 257/92, presso le USL è istituito un registro nel quale è indicata la localizzazione dell’amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici. I proprietari degli immobili devono comunicare alle USL i dati relativi alla presenza di tali materiali. Anche l’Ente pubblico deve provvedere all’individuazione della presenza di amianto relativamente alle strutture di propria competenza e presentare l’autonotifica.

Come comportarsi in sua presenza

Nel caso ad esempio che l’amianto si trovi in una struttura edilizia, è opportuno prima di procedere al campionamento dei materiali pianificare un programma di ispezione che si può così riassumere:

1) Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull’edificio al fine di accertare i vari tipi di materiali usati nella sua costruzione, per rintracciare, ove possibile, l’impresa edile appaltatrice.

2) Ispezione diretta dei materiali atta a identificare soprattutto quelli friabili.

3) Verifica del loro stato di conservazione, con l’obiettivo di fornire una prima valutazione sul potenziale rischio di rilascio di fibre nell’ambiente.

4) Campionamento dei materiali sospetti e invio presso un centro attrezzato per la conferma del contenuto di amianto e delle sue percentuali.

5) Mappatura delle zone in cui sono presenti i materiali contenenti amianto.

6) Registrazione di tutte le informazioni raccolte da conservare come documentazione e da rilasciare anche ai responsabili dell’edificio. (D.M. 6/09/1994).

Come risolvere il problema

Una volta accertata la presenza dell’amianto, avendo espletato i passaggi di cui al punto sopra, si dovrà intervenire essenzialmente in tre modi: con la sua rimozione, con l’incapsulamento o con il confinamento.

La rimozione risolve il problema alla radice, eliminando ogni potenziale fonte di esposizione e ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono sul sito. In genere richiede l’applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione all’amianto rimosso, come nel caso delle coperture in  fibro cemento (Eternit).

L’incapsulamento è un trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono a inglobare le fibre di amianto e a ripristinare l’aderenza al supporto, costituendo una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Con tale intervento il materiale contenente amianto permane nel sito e pertanto è necessario mantenere un programma di controllo e manutenzione.

Il confinamento consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l’amianto dalle aree occupate nel sito. Se non viene associato a un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all’interno del confinamento. Occorre  anche in questo caso un programma di controllo e manutenzione, in quanto l’amianto è comunque sempre presente.

La scelta tra queste tipologie d’intervento è legata al tipo e alle condizioni del materiale, alla sua ubicazione, alla volontà della proprietà di eliminare alla radice il rischio o mantenerlo in modo controllato (attività di controllo e manutenzione).



Bonifica

Rimuovere l’amianto è la soluzione più appropriata per risolvere il problema alla radice. Per l’operazione, seguita dal trasporto e lo smaltimento, Chean è soggetto abilitato essendo registrata all’Albo gestori ambientali ed è in grado di assolvere tutte le pratiche burocratiche sino al loro compimento, interfacciandosi direttamente con le autorità competenti.

Incapsulamento

Tecnica che prevede la stesura di prodotti specifici, in gergo tecnico prodotti elastomerici penetranti e ricoprenti, così come previsto dalla normativa del Ministero della Sanità. L‘incapsulamento dell’amianto è un’operazione certamente più economica rispetto allo smaltimento e meno impattante sull’ambiente, in quanto l’amianto viene lasciato in loco e quindi i rischi di eventuali rilasci di fibre dovuti alla rimozione non sussistono e sul momento non si creano rifiuti. Per poter procedere però con questo tipo di intervento l’amianto non dovrà essere in uno stato di degrado avanzato; inoltre il proprietario del sito dovrà mettere in atto un Programma di Manutenzione e Controllo per verificare a cadenze prestabilite l’intergrità del rivestimento incapsulante.

Confinamento

Tecnica che consiste nell’installazione di una barriera a tenuta o di una sovra copertura con lastre più o meno isolanti, che separano i materiali contenenti amianto dalle aree fruibili di un edificio. Operazione che segue solitamente quella dell’incapsulamento, che previene il rilascio delle fibre durante la movimentazione.
Nel caso di amianto compatto (ad esempio Eternit) la bonifica non è obbligatoria e imposta dalla legge, a meno che la struttura sia danneggiata e quindi in grado di rilasciare fibre pericolose. In questo caso sono previsti i protocolli di incapsulamento e/o confinamento. Ci preme ricordare però gli svantaggi dettati dal confinamento dell’amianto, che prevede il monitoraggio della barriera di contenimento che dovrà rimanere in buono stato grazie a un costante programma di controllo e manutenzione, e che inoltre potrebbe essere necessario procedere alla rimozione in un secondo momento, spostando di fatto il problema in avanti.

Come interveniamo

Sopralluogo

All’interno della nostra struttura, i nostri tecnici hanno conseguito l’abilitazione a eseguire perizie e sono quindi in grado di stabilire la presenza dell’amianto attraverso analisi di tipo Massivo-Ambientale e un’attenta valutazione sul suo stato di conservazione. Questo materiale sottoposto nel tempo all’azione del vento, della pioggia, della neve, alla grandine e al sole si degrada sfagliandosi, ed è proprio in quel momento che il rischio di rilascio di fibre diventa reale.


Valutazione Amleto

Allgoritmo utilizzato nella Regione Toscana, Amleto ha lo scopo di fornire indicazioni sul comportamento da tenere nei confronti di materiali in cemento contenenti amianto “a vista”, valutandone lo stato di conservazione e il contesto in cui sono ubicati. Il metodo è applicabile principalmente alle coperture in cemento-amianto (CA).
Gli indicatori considerati fanno capo a due distinte tipologie di parametri: questo perché per determinare la presenza del rischio è necessario considerare, oltre lo stato di conservazione del materiale, il contesto in cui è inserito l’edificio.


Preventivo e pianificazione

Al fine di ottenere la migliore soluzione nonché il maggior risparmio del committente, sarà formulato un preventivo preciso dei costi e pianificato l’intervento dettagliandone i tempi.

Nel caso si stia parlando di bonifica (rimozione e smaltimento), i fattori che determineranno il prezzo sono in sintesi:
• Il tipo di manufatto oggetto della rimozione: lastre, tubi, vasche, etc.. al mq. o al mc.
• La collocazione dei manufatti da rimuovere (che potrebbe prevedere l’utilizzo di ponteggi o di mezzi speciali).
• I costi al kg. per la discarica e il costo del trasporto.

Nel caso si debba effettuare l’incapsulamento:
• mq. o mc. trattati.
• Materiali incapsulanti.
• Misure di sicurezza attuate in questo tipo di intervento (obbligatorie per legge) che possono variare in base alla tipologia del fabbricato.

Nel caso si proceda con il confinamento:
Data la natura della lavorazione molto variabile a seconda delle operazioni da eseguire, il preventivo sarà calcolato dopo un attenta verifica preliminare.

Per saperne di più su Bonifiche amianto

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