Vivi locale, pensa globale.
La buona notizia è che entro il 2035 saranno rispettati i limiti dettati dalla transizione ecologica.
La cattiva notizia è che entro il 2035 saranno rispettati i limiti dettati dalla transizione ecologica.

Chean inizia la sua attività a partire dall’anno 2000. Da allora, ha pianificato azioni volte alla creazione di un nuovo modello di sviluppo; frutto di una scelta di esperti dei settori ambientale ed edile (civile/industriale), oggi Chean è dotata di una struttura flessibile e articolata, composta da un ufficio commerciale, un ufficio gare e appalti, un ufficio tecnico, un ufficio finanza e amministrazione, un ufficio controllo qualità e un ufficio marketing/relazioni esterne per soddisfare a pieno le richieste di un mercato sempre più selettivo e attento.
Chean è un concreto punto di riferimento per tutti i soggetti privati e pubblici che si trovano coinvolti in ambito di bonifiche ambientali, rifacimento di manti di copertura di qualsiasi tipologia e installazione/manutenzione di sistemi anticaduta (linee vita). Data la particolarità delle lavorazioni, Chean gestisce in completa autonomia tutte le fasi del ciclo operativo senza il supporto di ditte subappaltatrici, assumendosi integralmente la piena responsabilità dei servizi offerti.
Chean vanta oggi al suo attivo oltre 30 figure specializzate, tra cui operatori, tecnici e personale amministrativo; gli strumenti d’opera e le attrezzature di proprietà sono svariate e in continuo incremento, all’avanguardia e in linea con gli standard europei.
Il parco mezzi comprende piattaforme autocarrate telescopiche operanti sino a 28 mt, camion con gru, miniescavatori, sollevatori telescopici sino a 15 mt muniti di forche e cesta, migliaia di mq di ponteggi edili, una gru edile automontante oltre a mezzi per il trasporto di materiali.
Tutto sempre in perfetta efficienza per l’utilizzo in massima sicurezza.
Chean inizia la sua attività a partire dall’anno 2000. Da allora, ha pianificato azioni volte alla creazione di un nuovo modello di sviluppo; frutto di una scelta di esperti dei settori ambientale ed edile (civile/industriale), oggi Chean è dotata di una struttura flessibile e articolata, composta da un ufficio commerciale, un ufficio gare e appalti, un ufficio tecnico, un ufficio finanza e amministrazione, un ufficio controllo qualità e un ufficio marketing/relazioni esterne per soddisfare a pieno le richieste di un mercato sempre più selettivo e attento.
Chean è un concreto punto di riferimento per tutti i soggetti privati e pubblici che si trovano coinvolti in ambito di bonifiche ambientali, rifacimento di manti di copertura di qualsiasi tipologia e installazione/manutenzione di sistemi anticaduta (linee vita). Data la particolarità delle lavorazioni, Chean gestisce in completa autonomia tutte le fasi del ciclo operativo senza il supporto di ditte subappaltatrici, assumendosi integralmente la piena responsabilità dei servizi offerti.
Chean vanta oggi al suo attivo oltre 30 figure specializzate, tra cui operatori, tecnici e personale amministrativo; gli strumenti d’opera e le attrezzature di proprietà sono svariate e in continuo incremento, all’avanguardia e in linea con gli standard europei.
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Prodotti e Servizi, Grado di innovazione, Leadership,
Responsabilità sociale, Performance.
Ecco quello che facciamo.
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Bonifiche ambientali. Da cosa rinasce cosa
La trasformazione di materiali di scarto e rifiuti in nuove risorse o beni attraverso sofisticati processi industriali, è oggi un tema di evidente attualità.
Che si tratti di riciclo o di trasformazione, il fine dell’economia circolare è sempre lo stesso. Dare una seconda vita a tutto.


Un servizio efficente e risolutivo, gestito dalle prime analisi sino alla riconsegna del sito riqualificato per le nuove destinazioni d’uso.
Si parla di inquinamento ambientale quando ci troviamo in presenza di un’alterazione delle caratteristiche chimiche, biologiche o fisiche delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo) in grado di provocare cambiamenti dell’ambiente. L’inquinamento può essere di origine antropica, cioè legato alle attività umane, ma può anche essere di origine naturale. L’esistenza di uno stato di inquinamento viene accertata mediante una serie di indagini effettuate mediante prelievo ed analisi di campioni delle matrici ambientali, da effettuarsi in laboratorio. L’inquinamento può essere eliminato e le matrici ambientali riportate al loro stato naturale. Il complesso delle azioni svolte per l’eliminazione dell’inquinamento viene definito bonifica ambientale.
Quello dei serbatoi interrati è un problema che si trascina da anni. Tralasciando per il momento i serbatoi interrati a servizio degli impianti di distribuzione carburante, ci concentriamo sui serbatoi ad uso domestico. Prima della metanizzazione dei centri abitati, la maggior parte delle abitazioni e dei condomini disponevano di un deposito di gasolio per l’alimentazione dell’impianto di riscaldamento. Con la metanizzazione i serbatoi sono stati disconnessi dagli impianti e abbandonati, spesso senza essere stati bonificati, ovvero vuotati del combustibile e delle morchie presenti e accuratamente lavati. Con il passar degli anni i serbatoi si sono arrugginiti e hanno disperso nel sottosuolo i residui di combustibile, arrivando ad inquinare suolo e acque sotterranee, creando una contaminazione diffusa. Occorre ricordare che, ai sensi di legge, un serbatoio di combustibile che non sia più collegato all’impianto di riscaldamento e sia stato lasciato sottoterra costituisce, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 un rifiuto abbandonato. L’abbandono di rifiuti può arrivare ad essere un reato penale, che comporta forti ammende e perfino pene detentive.
La necessità di bonificare si concretizza quando le concentrazioni degli elementi che causano l’inquinamento possono costituire un pericolo per la salute degli esseri umani, tecnicamente si afferma che “vengono superate le Concentrazioni Soglia di Rischio”.
Abbiamo detto che l’inquinamento è uno stato di alterazione delle matrici ambientali che può rappresentare un pericolo per la salute umana, e la bonifica è lo strumento per l’eliminazione dell’alterazione. Esistono diverse tecniche di bonifica, differenti a seconda di quali siano le matrici ambientali coinvolte. In generale, le bonifiche possono essere distinte in “bonifiche in situ” o “bonifiche ex situ”, a seconda che l’azione di bonifica venga condotta in posto, senza spostamento della matrice ambientale, o preceduta dallo spostamento (per esempio mediante scavo e trasporto di suolo) della matrice interessata. A seconda della matrice ambientale coinvolta e della tipologia di inquinamento, esistono numerose tecnologie di bonifica, che possono comprendere l’utilizzo di batteri, di piante, di solventi, di iniezioni di prodotti chimici, l’insufflaggio di aria nel sottosuolo o l’estrazione di gas dal sottosuolo. Compito dei tecnici ambientali è il riconoscimento e la verifica dello stato di contaminazione, da eseguirsi mediante campagne di indagine ambientale, e la scelta delle tecnologie di bonifica più idonee al ripristino delle condizioni naturali.
Come interveniamo
Sopralluogo
Chean dispone di personale in grado di individuare, determinare e caratterizzare uno stato di inquinamento di fatto, la presenza di agenti potenzialmente inquinanti, nonché di provvedere a tutte le attività necessarie secondo il dettato della normativa di riferimento, il D.Lgs. n. 152/2006, Testo Unico Ambientale. Se necessario, i nostri tecnici possono provvedere, ai sensi di legge, alla comunicazione agli Enti preposti (ARPA, ASL) e ad attuare tutte le misure per un’ eventuale Messa in Sicurezza, anche in situazioni di Emergenza, per il contenimento o dove possibile l’immediata eliminazione dell’agente inquinante. Possono essere effettuate indagini ambientali, a seguito delle quali vengono individuate e proposte le più efficaci modalità di intervento, provvedendo ad espletare in autonomia tutte le pratiche necessarie alla certificazione di avvenuta Messa in Sicurezza o allo studio, pianificazione e successiva attuazione di un Progetto Operativo di Bonifica.
Classificazione dei rifiuti
Gli interventi di Chean in presenza di siti inquinati prevedono il campionamento di sostanze e materiali. L’esecuzione di analisi, tramite il supporto di laboratori Accreditati, nonché la conseguente classificazione e caratterizzazione con l’attribuzione di corretti codici C.E.R., permettono lo studio del più appropriato metodo di condizionamento necessario per ogni differente tipologia di rifiuto e il successivo avvio a centri di recupero, di stoccaggio o discarica autorizzata.
Smaltimento


Bonifiche amianto
L’amianto, dal greco amiantos (incorruttibile), è detto anche asbesto, dal greco asbestos (inestinguibile).
È un insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. Questi materiali godono delle caratteristiche di incombustibilità, isolamento al calore, fonoassorbenza, flessibilità, inattaccabilità da parte degli acidi e filabilità: proprio grazie a queste proprietà in passato ha avuto largo uso e diffusione in moltissimi campi; La sua pericolosità però consiste nella potenziale cancerogenicità per l’apparato polmonare che si verifica quando, trovandosi in condizioni di friabilità, può disperdere le sue fibre nell’aria.
Si definisce a Matrice compatta l’amianto quando può essere sbriciolato o ridotto in polvere solamente con l’impiego di attrezzi meccanici manuali o funzionanti anche ad alta velocità (dischi abrasivi, frese, ecc.).
Quando invece le fibre possono essere libere o debolmente legate si parla di amianto in Matrice friabile; ossia quando questo può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale.
L’amianto è nocivo per la salute dell’uomo per la sua capacità di rilasciare fibre inalabili. L’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi e irreversibili prevalentemente dell’apparato respiratorio; la pericolosità dell’amianto friabile è dovuta alla sua riduzione in polvere con la semplice azione manuale che, a causa della scarsa coesione interna, libera fibre spontaneamente (soprattutto se sottoposto a vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni d’acqua) o quando danneggiato nel corso di interventi di manutenzione.
L’esposizione alle fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). L’asbestosi è una grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata all’inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce all’insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie. Il carcinoma polmonare, che è il tumore maligno più frequente, si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato all’esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.
In passato è stato utilizzato in modo massiccio per le sue proprietà e per la sua economicità. Tra gli innumerevoli prodotti contenenti amianto si ricordano, solo per citarne alcuni: coperture in fibro cemento (Eternit), lastre, nastri e guaine per la coibentazione di tubazioni, vasche, pavimenti in linoleum, cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, etc.; tessuti per il confezionamento di tute protettive antifuoco, coperte spegnifiamma, etc.; carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, etc.; pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di tubazioni; filtri costruiti con carta di amianto o semplicemente con polvere compressa utilizzati nell’industria chimica e alimentare. Dall’impasto con altri materiali si otteneva così l’amianto a spruzzo, utilizzato come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. Ma non solo: è stato impiegato anche nel settore dei trasporti, per la coibentazione di carrozze ferroviarie, navi, autobus, etc..
L’accertamento può essere eseguito in primis in base all’aspetto del materiale e all’eventuale marchiatura, nel dubbio è raccomandata l’esperienza di un professionista incaricato a eseguire analisi specifiche. Questo, abilitato ai sensi dell’articolo 10 della Legge n. 257/92 e articolo 10 del D.P.R. 8/08/1994, è in possesso del titolo di abilitazione rilasciato da parte delle Regioni o Province autonome, attestante la partecipazione a un corso specifico.
Ai sensi dell’articolo 12 comma 5 della Legge 257/92, presso le USL è istituito un registro nel quale è indicata la localizzazione dell’amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici. I proprietari degli immobili devono comunicare alle USL i dati relativi alla presenza di tali materiali. Anche l’Ente pubblico deve provvedere all’individuazione della presenza di amianto relativamente alle strutture di propria competenza e presentare l’autonotifica.
Nel caso ad esempio che l’amianto si trovi in una struttura edilizia, è opportuno prima di procedere al campionamento dei materiali pianificare un programma di ispezione che si può così riassumere:
1) Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull’edificio al fine di accertare i vari tipi di materiali usati nella sua costruzione, per rintracciare, ove possibile, l’impresa edile appaltatrice.
2) Ispezione diretta dei materiali atta a identificare soprattutto quelli friabili.
3) Verifica del loro stato di conservazione, con l’obiettivo di fornire una prima valutazione sul potenziale rischio di rilascio di fibre nell’ambiente.
4) Campionamento dei materiali sospetti e invio presso un centro attrezzato per la conferma del contenuto di amianto e delle sue percentuali.
5) Mappatura delle zone in cui sono presenti i materiali contenenti amianto.
6) Registrazione di tutte le informazioni raccolte da conservare come documentazione e da rilasciare anche ai responsabili dell’edificio. (D.M. 6/09/1994).
Una volta accertata la presenza dell’amianto, avendo espletato i passaggi di cui al punto sopra, si dovrà intervenire essenzialmente in tre modi: con la sua rimozione, con l’incapsulamento o con il confinamento.
La rimozione risolve il problema alla radice, eliminando ogni potenziale fonte di esposizione e ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono sul sito. In genere richiede l’applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione all’amianto rimosso, come nel caso delle coperture in fibro cemento (Eternit).
L’incapsulamento è un trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono a inglobare le fibre di amianto e a ripristinare l’aderenza al supporto, costituendo una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Con tale intervento il materiale contenente amianto permane nel sito e pertanto è necessario mantenere un programma di controllo e manutenzione.
Il confinamento consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l’amianto dalle aree occupate nel sito. Se non viene associato a un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all’interno del confinamento. Occorre anche in questo caso un programma di controllo e manutenzione, in quanto l’amianto è comunque sempre presente.
La scelta tra queste tipologie d’intervento è legata al tipo e alle condizioni del materiale, alla sua ubicazione, alla volontà della proprietà di eliminare alla radice il rischio o mantenerlo in modo controllato (attività di controllo e manutenzione).




Le procedure
Bonifica e smaltimento
Rimuovere l’amianto è la soluzione più appropriata per risolvere il problema alla radice. Per l’operazione, seguita dal trasporto e lo smaltimento, Chean è soggetto abilitato essendo registrata all’Albo gestori ambientali ed è in grado di assolvere tutte le pratiche burocratiche sino al loro compimento, interfacciandosi direttamente con le autorità competenti.
Incapsulamento
Confinamento
Il confinamento amianto consiste nell’installazione di una barriera a tenuta o di una sovra copertura con lastre più o meno isolanti, che separano i materiali contenenti amianto dalle aree fruibili di un edificio. Tecnica che segue solitamente quella dell’incapsulamento, che previene il rilascio delle fibre durante la movimentazione.
Nel caso di amianto compatto (ad esempio Eternit) la bonifica non è obbligatoria e imposta dalla legge, a meno che la struttura sia danneggiata e quindi in grado di rilasciare fibre pericolose. In questo caso sono previsti i protocolli di incapsulamento e/o confinamento. Ci preme ricordare però gli svantaggi dettati dal confinamento dell’amianto, che prevede il monitoraggio della barriera di contenimento che dovrà rimanere in buono stato grazie a un costante programma di controllo e manutenzione, e che inoltre potrebbe essere necessario procedere alla rimozione in un secondo momento, spostando di fatto il problema in avanti.
Come interveniamo
Sopralluogo
La prima cosa da fare nel caso sorga il dubbio di trovarsi di fronte all’amianto, è quella di rivolgersi a un professionista del settore e cioè a una persona che ha conseguito l’abilitazione a eseguire perizie in merito.
All’interno della nostra struttura, i nostri tecnici hanno conseguito questa abilitazione e sono in grado di stabilire la presenza dell’amianto attraverso analisi di tipo Massivo e/o Ambientale, nonché di eseguire valutazioni sul suo stato di conservazione. Questo materiale sottoposto nel tempo all’azione del vento, della pioggia, della neve, alla grandine e al sole si degrada sfagliandosi, ed è proprio in quel momento che il rischio di rilascio di fibre diventa reale.
Questo è il principale compito che il tecnico deve svolgere: fare un’attenta valutazione in base a parametri verificati al fine di consigliare quale delle soluzioni sopra citate sia meglio adottare.
La valutazione Amleto
Amleto è un algoritmo utilizzato nella Regione Toscana, che ha lo scopo di fornire indicazioni sul comportamento da tenere nei confronti di materiali in cemento contenenti amianto “a vista”, valutandone lo stato di conservazione e il contesto in cui sono ubicati. Il metodo è applicabile principalmente alle coperture in cemento-amianto (CA).
Gli indicatori considerati fanno capo a due distinte tipologie di parametri: questo perché per determinare la presenza del rischio è necessario considerare, oltre lo stato di conservazione del materiale, il contesto in cui è inserito l’edificio.
Preventivo e pianificazione
Al fine di ottenere la migliore soluzione nonché il maggior risparmio del committente, dopo le valutazioni e le analisi eseguite in loco sarà formulato un preventivo preciso dei costi e pianificato l’intervento dettagliandone i tempi.
Nel caso si stia parlando di bonifica (rimozione e smaltimento), i fattori che determineranno il prezzo sono in sintesi:
• Il tipo di manufatto oggetto della rimozione: lastre, tubi, vasche, etc.. al mq. o al mc.
• La collocazione dei manufatti da rimuovere (che potrebbe prevedere l’utilizzo di ponteggi o di mezzi speciali).
• I costi al kg. per la discarica e il costo del trasporto.
Nel caso si debba effettuare l’incapsulamento:
• mq. o mc. trattati.
• Materiali incapsulanti.
• Misure di sicurezza attuate in questo tipo di intervento (obbligatorie per legge) che possono variare in base alla tipologia del fabbricato.
Nel caso si proceda con il confinamento:
Data la natura della lavorazione molto variabile a seconda delle operazioni da eseguire, il preventivo sarà calcolato dopo un attenta verifica preliminare.

Per saperne di più su Bonifiche ambientali e Amianto
Diego è qui per aiutarti.
Ti risponde dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Le Coperture di nuova generazione Chean sono la soluzione ideale per piccole, medie e grandi superfici in ambito civile.
Belle e funzionali, sono in grado oggi di affrontare le dure sfide imposte dai cambiamenti climatici.
Copertura in tegola portoghese


Sviluppo della copertura a padiglione


Bocca di lupo
Abbaino aleatore in laterizio che consente l’esalazione degli impianti domestici e idrotermosanitari

Displuvio
realizzato in laterizio, divide la copertura in falde
Finestra a tetto
con doppia apertura basculante (vasistas e libro). Consente, oltre la facile pulizia dell’esterno, il completo passaggio per l’accesso al tetto. È dotata di tendina oscurante, sensore pioggia per la chiusura automatica, apertura con comando remoto.
Compluvio
in alluminio (8/10 mm.) preverniciato poliestere. Consente il deflusso dell’acqua piovana in canala
Canala di gronda
in alluminio (8/10 mm.) preverniciato poliestere. Consente la raccolta dell’acqua piovana

Copertura in tegola romana e coppo

La disposizione dei Coppi su Tegole romane
Le Coperture industriali Chean.
Dal progetto alla realizzazione, comprensivo delle manutenzioni periodiche, un servizio chiavi in mano senza sorprese.
Efficienti, sicure e garantite. E su questo non ci piove.



Copertura in lamiera grecata

Lamiera a giunto drenante con fissaggio a scomparsa
Il Sistema a giunto drenante e fissaggio a scomparsa, garantisce una maggiore durata nel tempo, data l’assenza a vista dei gruppi di fissaggio. Ideale per la posa con pendenze di falda sino al 2% e il rivestimento di facciate.




Assistenza e Service
Come previsto dalla Normativa vigente, le nostre Coperture sono protette da una garanzia decennale. A ulteriore tutela, Chean offre un Servizio di controllo e manutenzione periodica stipulabile sin dall’inizio. Il Servizio prevede la pulizia del manto di copertura e dei canali di raccolta acque, le verifiche del serraggio dei gruppi di fissaggio e di tutte le sigillature.

Per saperne di più su Coperture civili e industriali
Ferdinando è qui per aiutarti.
Ti risponde dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Le cadute dall’alto rappresentano una casistica importante ancora oggi, tra gli infortuni mortali nel nostro paese. Il lavoro in quota è un’attività ad alto rischio, che rende necessaria l’adozione di elevati standard di sicurezza; per questo la corretta applicazione dei sistemi di prevenzione e protezione richiede grande competenza. Una competenza che da noi trovi sin dal principio.
Sistemi anticaduta Linee Vita


Un insieme di dispositivi solitamente in acciaio, in alluminio o in materiali tessili come il polipropilene, di tipo fisso o rimovibile, da installarsi sulle coperture di civili abitazioni e capannoni industriali a cui gli operatori si agganciano quando devono eseguire lavori in quota. In ogni caso sono necessarie quando un lavoro viene svolto ad un’altezza superiore ai 2 metri da un piano di calpestio stabile.
Le linee vita salvano l’operatore agganciato dal rischio di cadere, in caso di scivolamento, perdita di conoscenza o di un altro tipo di incidente simile.
La norma tecnica EN 795:2012 descrive oggi 5 tipologie di sistemi anticaduta in base alle loro caratteristiche:
Tipo A: Punti di ancoraggio singoli;
Tipo B: Dispositivo di ancoraggio removibile;
Tipo C: Dispositivo di ancoraggio a linea flessibile;
Tipo D: Dispositivo di ancoraggio a linea rigida;
Tipo E: Dispositivo di ancoraggio zavorrato.
La legge italiana prevede l’obbligo di utilizzo di questi dispositivi come componenti fondamentali di un sistema di protezione anticaduta adeguato per i tetti e le coperture degli edifici, come descritto nell’art. 115 del Decreto legislativo 81/08, noto anche come Testo Unico per la Sicurezza nei Luoghi di lavoro.
In base alle diverse autonomie, varie regioni italiane come il Veneto, la Lombardia, la Toscana, la Liguria, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, l’Umbria, le Marche, l’Emilia Romagna e la Sicilia, nonché la Provincia Autonoma di Trento, hanno disciplinato vari ulteriori obblighi in merito alle linee vita. Tutte loro, ad esempio, distinguono due categorie di linee vita obbligatorie:
Temporanee (necessarie durante le fasi di costruzione e demolizione di fabbricati);
Permanenti (da utilizzarsi sui tetti di fabbricati di nuova costruzione per ogni successivo intervento di manutenzione).
Anche l’Unione Europa ha fissato alcune stringenti regole sulle linee vita. La normativa UNI EN 795, infatti, ne indica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l’uso e la marcatura di dispositivi di ancoraggio progettati, sia per le temporanee che per le permanenti.
L’utilizzo delle linee vita è riservato ai soli operatori istruiti all’utilizzo dei D.P.I. di Terza categoria. Gli elevati standard di sicurezza prevedono una formazione periodica obbligatoria ogni 5 anni
Le Linee Vita di Classe C
La linea vita che costituisce il Sistema anticaduta sulle coperture, è necessaria per qualsiasi intervento da eseguire sulla Copertura. Per fare qualche esempio: la sostituzione di alcune tegole del tetto; la realizzazione di una toppa nella guaina, la pulizia delle grondaie; la pulizia di un impianto fotovoltaico; la manutenzione di un antenna televisiva, la manutenzione di un’unità esterna di un condizionatore, la pulizia dei camini etc.




Tutto in ordine

Per saperne di più sui Sistemi anticaduta Linee Vita
Antonio è qui per aiutarti.
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